Maggio 23, 2017

Aracne, dalla natura all’arte – Start/Saluzzo Arte, 22a Mostra di Arte Contemporanea

Aracne, dalla natura all'arte

Sabato 27 maggio alle ore 11 e 30, nell’ambito di Start/Saluzzo Arte, 22a Mostra di Arte Contemporanea verrà inaugurato “Aracne, dalla natura all’arte”, un progetto espositivo di Silvia Beccaria, Roberta Toscano e Mariano Dallago accompagnato dal testo critico di Marzia Capannolo.

Start/Saluzzo Arte 2017, Antiche Scuderie della Fondazione Amleto Bertoni, Piazza Montebello 1, Saluzzo (CN)

Start/Saluzzo Arte

ARACNE

dalla natura all’arte 

Nella logica costruttiva della fabula il mito si configura come un’intricata mappatura che attraversa pulsioni, paure, ambizioni, sentimenti antropomorfizzati che assumono le sembianze di divinità cosmogoniche protagoniste di una narrazione investita di religiosa sacralità. Gli dei e gli eroi della mitologia classica ripercorrono la sintassi dell’esperienza umana sottomettendola all’insindacabile giudizio delle loro bizzarrie. Non esiste passione o sentimento che non trovi legittimazione nell’impianto mitopoietico antico, e è proprio dall’invidia esasperata della dea Atena, colei che riveste la funzione di tutrice delle arti, delle abilità tecniche e manuali, e della sapienza, che origina il mito di Aracne, la giovane lidica che non ha pari nelle arti della tessitura. Atena punisce la tessitrice che osa sfidarla al telaio demolendo l’eccelso risultato del suo lavoro; la giovane cerca nella morte la consolazione per la perdita della propria opera ma la dea, mescendo crudelmente compassione e vendetta, salva Aracne dalla morte, trasformandola però in ragno e condannandola a filare per l’eternità quelle stesse ragnatele – opere di perfetta ingegneria sospese tra le pieghe dello spazio e del tempo – che l’essere umano inesorabilmente distrugge. La metamorfosi interviene quindi nel mito come sublimazione dell’esperienza della morte, riaffermando attraverso il processo di trasformazione la facoltà affidata all’Arte di superare e trascendere il senso finito dell’esperienza umana. È su tale suggestione che il progetto installativo Aracne, dalla natura all’arte concepito e realizzato dagli artisti Silvia Beccaria, Roberta Toscano e Mariano Dallago destruttura la narrazione del mito ricostruendone il senso in una sovrapposizione di differenti linguaggi e significati.

Nelle opere di Silvia Beccaria lo strumento del telaio è mezzo espressivo e pre-testo progettuale; dal libro VI delle Metamorfosi di Ovidio fino a Primo Levi, passando fra gli altri per Omero, Dante, Boccaccio, Pascoli, Leopardi, Foscolo, Calvino, sono dodici gli autori individuati, ispirati dal tema di Aracne, dei quali vengono scelte frasi che condensano il racconto e che divengono l’architettura implicita e necessaria alla realizzazione dell’idea creativa: l’organizzazione dell’ordito e della trama conducono il presagio dell’artista verso il compimento dell’opera. La metafora del testo – textus in latino – come struttura letteraria e tessile, scaturisce quindi dalla tramatura del pensiero che si dipana dalla matassa informe dell’intuizione per poi fondersi con la narrazione scritta. Locuzioni e versi intessuti si inquadrano entro i confini spaziali della tela in viluppi e sequenze che ricreano nuove poetiche di senso rivelate dal gesto dell’Arte, come l’ombra e la luce rivelano le ardite geometrie delle tessiture dal ragno-Aracne.

Roberta Toscano si pone in osservazione della struttura compositiva della ragnatela fissandone il tempo di esecuzione nella scelta scenica di inquadratura. Attraverso una puntuale immersione nei recessi più nascosti nella natura e negli angoli dimenticati di case, soffitte e cantine, l’artista raccoglie le ragnatele riscoprendone la mappatura e astraendone la struttura dal contesto ambientale di appartenenza. L’architettura incorporea della ragnatela viene quindi reimpostata su un supporto dialetticamente complementare che ne evidenzia al tempo stesso la forza compositiva e la fragilissima consistenza, declinate in una tensione fortemente teatralizzata.

L’intervento di Mariano Dallago si pone nel progetto quale cerniera fra la suggestione mitico-narrativa che anima le opere di Silvia Beccaria e la trasposizione dell’elemento naturale della ragnatela decodificato come contenuto pittorico che agisce sull’inquadratura scenica scelta da Roberta Toscano. Dallago tende concettualmente un ponte fra le due sponde attraverso l’espediente retorico della tecnica della cianotipia sovrapponendo al testo di Ovidio l’impressione della tela tessuta dal ragno scansionata e isolata da ogni rimando contestuale, per giungere a una impaginazione che riorganizza sintatticamente la struttura del testo sulla nuova mappa dell’immagine stampata.

Aracne, dalla natura all’arte si dipana nello spazio espositivo come un’unica metaforica tela tessuta dai tre artisti che, pur nei differenti linguaggi, affidano l’essenza della loro ricerca alla trama incorporea del pensiero e alla sua elaborazione sublimata nel processo esecutivo dell’opera che prende forma e sostanza attraverso il fare. Come il ragno fa con la sua tela.

Marzia Capannolo

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