ARACNE

dalla natura all’arte

Nella logica costruttiva della fabula il mito si configura come un’intricata mappatura che attraversa pulsioni, paure, ambizioni, sentimenti antropomorfizzati che assumono le sembianze di divinità cosmogoniche protagoniste di una narrazione investita di religiosa sacralità. Gli dei e gli eroi della mitologia classica ripercorrono la sintassi dell’esperienza umana sottomettendola all’insindacabile giudizio delle loro bizzarrie. Non esiste passione o sentimento che non trovi legittimazione nell’impianto mitopoietico antico, e è proprio dall’invidia esasperata della dea Atena, colei che riveste la funzione di tutrice delle arti, delle abilità tecniche e manuali, e della sapienza, che origina il mito di Aracne, la giovane lidica che non ha pari nelle arti della tessitura. Atena punisce la tessitrice che osa sfidarla al telaio demolendo l’eccelso risultato del suo lavoro; la giovane cerca nella morte la consolazione per la perdita della propria opera ma la dea, mescendo crudelmente compassione e vendetta, salva Aracne dalla morte, trasformandola però in ragno e condannandola a filare per l’eternità quelle stesse ragnatele – opere di perfetta ingegneria sospese tra le pieghe dello spazio e del tempo – che l’essere umano inesorabilmente distrugge. La metamorfosi interviene quindi nel mito come sublimazione dell’esperienza della morte, riaffermando attraverso il processo di trasformazione la facoltà affidata all’Arte di superare e trascendere il senso finito dell’esperienza umana. È su tale suggestione che il progetto installativo Aracne, dalla natura all’arte concepito e realizzato dagli artisti Silvia Beccaria, Roberta Toscano e Mariano Dallago destruttura la narrazione del mito ricostruendone il senso in una sovrapposizione di differenti linguaggi e significati.

Nelle opere di Silvia Beccaria lo strumento del telaio è mezzo espressivo e pre-testo progettuale; dal libro VI delle Metamorfosi di Ovidio fino a Primo Levi, passando fra gli altri per Omero, Dante, Boccaccio, Pascoli, Leopardi, Foscolo, Calvino, sono dodici gli autori individuati, ispirati dal tema di Aracne, dei quali vengono scelte frasi che condensano il racconto e che divengono l’architettura implicita e necessaria alla realizzazione dell’idea creativa: l’organizzazione dell’ordito e della trama conducono il presagio dell’artista verso il compimento dell’opera. La metafora del testo – textus in latino – come struttura letteraria e tessile, scaturisce quindi dalla tramatura del pensiero che si dipana dalla matassa informe dell’intuizione per poi fondersi con la narrazione scritta. Locuzioni e versi intessuti si inquadrano entro i confini spaziali della tela in viluppi e sequenze che ricreano nuove poetiche di senso rivelate dal gesto dell’Arte, come l’ombra e la luce rivelano le ardite geometrie delle tessiture dal ragno-Aracne.

Roberta Toscano si pone in osservazione della struttura compositiva della ragnatela fissandone il tempo di esecuzione nella scelta scenica di inquadratura. Attraverso una puntuale immersione nei recessi più nascosti nella natura e negli angoli dimenticati di case, soffitte e cantine, l’artista raccoglie le ragnatele riscoprendone la mappatura e astraendone la struttura dal contesto ambientale di appartenenza. L’architettura incorporea della ragnatela viene quindi reimpostata su un supporto dialetticamente complementare che ne evidenzia al tempo stesso la forza compositiva e la fragilissima consistenza, declinate in una tensione fortemente teatralizzata.

L’intervento di Mariano Dallago si pone nel progetto quale cerniera fra la suggestione mitico-narrativa che anima le opere di Silvia Beccaria e la trasposizione dell’elemento naturale della ragnatela decodificato come contenuto pittorico che agisce sull’inquadratura scenica scelta da Roberta Toscano. Dallago tende concettualmente un ponte fra le due sponde attraverso l’espediente retorico della tecnica della cianotipia sovrapponendo al testo di Ovidio l’impressione della tela tessuta dal ragno scansionata e isolata da ogni rimando contestuale, per giungere a una impaginazione che riorganizza sintatticamente la struttura del testo sulla nuova mappa dell’immagine stampata.

Aracne, dalla natura all’arte si dipana nello spazio espositivo come un’unica metaforica tela tessuta dai tre artisti che, pur nei differenti linguaggi, affidano l’essenza della loro ricerca alla trama incorporea del pensiero e alla sua elaborazione sublimata nel processo esecutivo dell’opera che prende forma e sostanza attraverso il fare. Come il ragno fa con la sua tela.

Marzia Capannolo

ARACHNE

from nature to art

In the constructive logic of fabulae, myths are seen as an intricate mapping of instincts, fears, ambitions and anthropomorphized feelings that take on the form of cosmogonical deities, at the center of stories imbued with religious sacredness. The gods and heroes of classic mythology trace the syntax of human experience and subdue it to the unchallengeable judgment of their madness. No passion or feeling escapes legitimation in ancient myths’ formation system.

The exasperated envy of Athena – goddess of arts, technical skills, crafts, and wisdom – for the unparalleled weaving skills of a young Lydian maiden was the origin of the myth of Arachne. When the girl dared challenge Athena at the loom, the goddess destroyed her superb work and led her to seek consolation in death. In a cruel mix of compassion and revenge, Athena saved Arachne but transformed her into a spider, doomed for eternity to weave webs, masterpieces of engineering suspended in the folds of time and space, unfailingly torn apart by humans. The metamorphosis in the myth is a sublimation of death, and confirms Art’s potential to overcome and transcend the finite sense of human experience through transformation. Starting from this concept, Arachne, from nature to art – an installation project ideated and created by artists Silvia Beccaria, Roberta Toscano and Mariano Dallago – breaks down the structure of the myth’s storyline and rebuilds its message with overlapping languages and meanings.

In Silvia Beccaria’s work, the loom is a means of expression and design pre-text. Twelve authors – ranging from Ovid (book VI of his Metamorphoses) to Primo Levi and including Homer, Dante, Boccaccio, Pascoli, Leopardi, Foscolo and Calvino – were selected in connection to the theme of Arachne, with quotations picked to condense the story and become an implicit and necessary architecture, bringing to life the creative idea: the organization of weave and weft leads the artist’s presage towards completing the work. Text – textus, in Latin – is a metaphor of literary and textile structure, which emerges by weaving thought as it unravels from the shapeless mass of intuition to fuse into written narration. Locutions and verses are intertwined and framed within the spatial boundaries of the canvas, in tangles and sequences that recreate new poetics of meaning, revealed by the gesture of Art like shadow and light reveal the daring geometry of spider-Arachne’s woven works.

Roberta Toscano observes the composition of the web and defines the time of its execution in selecting its staging frame. By precisely diving into the most secluded recesses of nature and in the forgotten corners of houses, attics and basements, the artist gathered spider webs and rediscovered their map, taking their structure out of the context and environment they belong to. She then reset the bodiless architecture of the web on a dialectically complementary support, which highlights both the strength of the composition and its frail consistency, with sharp theatrical tension.

Mariano Dallago’s contribution to the project is a hinge between the mythical-narrative references that bring Silvia Beccaria’s works to life and Roberta Toscano’s transposition of the natural element of the web, decoded as a pictorial content that acts within her shots. Dallago conceptually builds a bridge between these two riverbanks, using the rhetorical device of cyanotypes to overlap Ovid’s text with the impression of a spider web, scanned and isolated from all contextual references, creating a layout that syntactically reorganizes the structure of text on the new map of the printed image.

Arachne, from nature to art unravels in the exhibition space like a single metaphoric canvas, woven by three artists who – while using different codes – all entrust the essence of their research to the bodiless weave of thought and its processing, sublimated in the process of executing a work that achieves its shape and substance by making. Just like spiders make their web.

Marzia Capannolo