SCRIVERE L’ARTE E SCOPRIRE LA BELLEZZA DEL PENSIERO
Nel suggestivo spazio del Center of the Art at Casa Colombo a Jersey City, in New Jersey – USA, la mostra The Artist’s book from Literature to the Visual Language presenta l’opera di due artiste, Danila Ghigliano e Silvia Beccaria, il cui lavoro esprime a pieno titolo un rilevante esempio di eccellenza italiana.
L’evento espositivo si calendarizza infatti, non a caso, proprio ad ottobre, il mese della cultura italiana nella confinante New York, e in concomitanza inoltre con The Artist Studio Tour di Jersey City, città che ha mantenuto la propria identità pur divenendo al contempo quasi un’estensione di Manhattan.
Affacciato sul fiume Hudson, questo luogo che mescola il vecchio al nuovo, è divenuto negli anni un posto molto amato dagli artisti, che con i loro oltre mille studi che vanno sempre più moltiplicandosi, hanno dato origine ad una comunità artistica in costante fermento e avanguardia.
Uno scenario elettrizzante tra l’Old Town e i grattacieli, caratterizzano perciò l’atmosfera nella quale è immersa Casa Colombo, che ha sede nello storico building originariamente costruito nel 1936 dagli italiani a Jersey City per i propri figli.
In sintonia con le finalità dell’Italian Educational Center of the Art at Casa Colombo, la cui mission è la valorizzazione della cultura italiana messa in dialogo con il territorio americano, la mostra di Danila Ghigliano e Silvia Beccaria conduce tra le pagine di Libri d’Artista declinati attraverso inaspettati esiti poetico- formali.
Entrambe professioniste dell’arte e accomunate da una poetica che coniuga la bellezza del gesto artistico al pensiero teorico, tracciano ponti tra passato e presente, sperimentando le più svariate e seducenti possibilità di un percorso espressivo che ha origine nelle avanguardie storiche europee, ma riaffiora nella loro lavoro con esiti di straordinaria originalità e spirito contemporaneo. […]
Silvia Beccaria, artista visuale, laurea in Filosofia con Master in Arte terapia e studi specialistici sulla tessitura come linguaggio d’artista, con la sua opera conduce nel cuore di un’arte espressamente colta. L’utilizzo del telaio per la costruzione delle sue installazioni, esprime la volontà concettuale di cogliere attraverso esso, le molteplici opportunità espressive del fare antico trasmettitore di saperi e di storia millenaria. Una scelta che traccia un collegamento con la Fiber Art: straordinario movimento verificatosi a partire dagli Anni Sessanta tra Nord Europa e Stati Uniti che ha visto gli artisti scegliere i fili e la tessilità quale veicolo di valorizzazione delle saggezze di ogni tempo, poi tradotte in lavori fortemente sperimentali. Un flusso di tendenza mai codificato in regole che ha attraversato il ‘900 giungendo a noi con straordinaria freschezza, più che mai adottato dalle giovanissime generazioni odierne (yarn bombing, ad esempio) che ne hanno ereditato i significati pur non conoscendone a volte la storia. Alla Fiber Art, Silvia Beccaria guarda dunque con grande interesse, anche se da essa poi si discosta senza identificarvisi per seguire il suo personale percorso in costante metamorfosi. Con Aracne, la sfida ordita, che dà il titolo al ciclo tematico presentato a Casa Colombo, parte dall’analisi della parola “testo”, che deriva dal latino textus, per indagarne la metafora, la matassa del pensiero che apre nuovi orizzonti di evoluzione e di civiltà. Scorrono nella sua installazione a carattere performativo (un environment entro il quale le persone possono entrare e immergervisi) brani di opere dei giganti della letteratura: da Dante a Ovidio, da Tasso a Foscolo per arrivare a Italo Calvino e Primo Levi. L’arte diviene così scrittura e la scrittura arte in un susseguirsi di alfabeti e segni che, affidati al soffio leggero degli spazi in cui si trovano ad ondeggiare, vibrano raccontando le dimensioni libere del pensiero universale di ogni tempo.
Silvana Nota